IL GOVERNO DEI “CALABRACHE”      

Per esigenze di spazio siamo costretti qualche volta a tagliare gli articoli che ci pervengono, assicurando quanto più è possibile l’integrità e il senso del contenuto.

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“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; “Art.11 Costituzione Italiana, 1° comma.

“I membri (dell’O.N.U.) debbono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia e dall’uso della forza sia contro l’integrità territoriale e l’indipendenza politica di qualsiasi stato.” Art.2, Carta dell’O.N.U., 4° comma.

Chi può mettere in dubbio che l’Italia partecipando all’aggressione della NATO in Iraq e Libia e all’addestramento militare di jiadisti da inviare a combattere contro il legittimo governo di Siria non abbia gravemente violato la Costituzione Italiana e la Carta dell’ONU? Chi può seriamente affermare che dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica la NATO sia ancora un’alleanza con scopi difensivi? Iraq, Siria e Libia avevano forse effettuato minacce od atti ostili contro qualcuno dei paesi occidentali?

Stante questa situazione sarebbe stato logico ed opportuno che un governo che si era propagandisticamente presentato al Paese come il governo del “nuovo” avesse nel settore della politica estera cessato, o per lo meno attenuato, lo stato di profonda sudditanza nei confronti di USA-NATO. Ma sin dai primi colloqui avuti col Mattarella, e poi di giorno in giorno sempre di più, il governo si è allineato alla politica di servilismo ed acquiescenza dei suoi predecessori sino ad ottenere al G7 l’appellativo di “bravo ragazzo” al nostro Presidente del consiglio da parte di Trump.

Per l’euro la stessa musica! Cancellate le scritte anti euro sulle sedi della Lega tutto è tornato come prima.

Non mi sono pertanto affatto pentito di aver scritto, in un precedente inserto che per un serio cambiamento ci vogliono ben altri personaggi.

                                                                               GIUSEPPE OCCHINI

 

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