GUARDARE LONTANO

L’immagine del piccolo Aylan, di tre anni, con il volto riverso sulla sabbia di Bodrum – al di là delle diverse opinioni che ognuno può avere sul più complesso problema delle migrazioni contemporanee – non può lasciarci indifferenti come educatori.

Se le decisioni su un fenomeno migratorio che interessa l’intera Europa competono ai politici nazionali e internazionali, alla scuola – che non vive fuori dal mondo – spetta una riflessione etica e pedagogica sul proprio agire quotidiano.

Oltre la didattica delle discipline, oltre gli obiettivi degli apprendimenti, oltre le metodologie più o meno tecnologiche, credo sia proprio necessario mettere al centro del processo educativo un’etica di valori e di comportamenti che ci riporti al nostro essere uomini e donne che abitano questa Terra insieme agli altri. Edgar Morin afferma che si è veramente cittadini quando “ci si sente solidali e responsabili”; e la finalità ultima della scuola non dovrebbe essere quella di formare – anche attraverso un bagaglio disciplinare di conoscenze e competenze – un cittadino solidale e responsabile?

Il rischio, per gli insegnanti, è quello di schiacciarsi su una didattica contingente, su formule, schede, su apprendimenti di corto respiro. Per i genitori quello di concentrarsi sull’esito finale, sulla bella figura del voto alto, su un primeggiare senza regole.

È il rischio che già il filosofo Martin Heidegger aveva individuato nel prevalere sempre più invasivo di una tecnica omogeneizzante sul modo di pensare e di agire delle persone.

Non si tratta di aggiungere una nuova disciplina alle molte già esistenti, ma piuttosto di improntare il proprio insegnamento e il proprio comportamento (a scuola come a casa) ad un’etica del rispetto, della solidarietà, del riconoscimento delle molte diversità, del superamento di un individualismo esasperante che avvelena ogni comunità.

Guardare lontano, con i piedi ben piantati in terra, perché oltre il compito ben fatto, oltre il voto che soddisfa l’ego di genitori e nonni, ci sia il cittadino del futuro che sappia affrontare problemi nuovi e che sappia operare scelte consapevoli e responsabili verso la società in cui vive.

Per il piccolo Aylan non si aprirà nessun cancello di scuola, né l’abbraccio di una mamma, né il sorriso di una maestra.

Non lo dimenticheremo nel nostro agire quotidiano.

Buon anno scolastico a tutti.

ROBERTO SANTONI

 

 

 

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