ASPETTI PSICOLOGICI DELLO SMART WORKING NELLA COMUNITA’ DI LAVORO

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha definito lo Smart Working[1] una procedura di realizzazione del rapporto del lavoro subordinato, costituito dalla mancanza di vincoli di orari e di un’organizzazione per obiettivi, concordata tra il datore di lavoro e il dipendente, con la finalità di incrementare la produttività.

Lo Smart Working presenta da un lato dei  vantaggi e dall’altro lato delle difficoltà, che incidono nell’area psicologica degli individui. Questa modalità lavorativa comporta una responsabilizzazione del soggetto lavoratore in quanto egli deve essere in grado di autogestirsi e di pianificare autonomamente gli obiettivi, ampliando il proprio senso di autoefficacia. L’elevato senso di autoefficacia che si viene a creare nel lavoratore , gratifica lo stesso, incidendo positivamente sulla stimolazione al lavoro stesso. Tra gli altri vantaggi possiamo enunciare: la riduzione delle emissioni nocive per l’ambiente grazie all’attenuazione di spostamenti; un miglioramento della conciliazione famiglia e lavoro ed una maggiore flessibilità nella conduzione degli orari di lavoro. Per quanto riguarda, invece, le difficoltà riscontrare dello Smart Working, gli psicologi italiani sostengono che, il pericolo principale legato a questa modalità lavorativa è dovuta al possibile rischio di sviluppare il burnout[2], la situazione di stress che riguarda i professionisti impegnati quotidianamente in un impiego che sottintende le relazioni interpersonali.  Il burnout determina il “danneggiamento energetico”  nel lavoratore, il quale, perdendo energia e motivazione si dedica al lavoro con minor impegno, generando apatia e frustrazione. Secondo Lazzari [3] lo Smart Working ritrae una minaccia per la salute psicofisica; in quanto si sono registrati molti casi di burnout da parte di individui che non riescono a gestire la mole di lavoro. Un sondaggio di LinKedIn[4] , grazie a una ricerca che ha coinvolto duemila lavoratori italiani in Smart Working, al fine di misurare l’impatto di questa modalità lavorativa sul benessere psicofisico dei lavoratori; ha rilevato che: il 46% afferma di sentirsi stressato e di lavorare di più; il 48% afferma di lavorare un’ora in più ogni giorno e il 18% ha constatato un impatto negativo verso il proprio stato di benessere mentale. Già nel 2017 l’Organizzazione Internazionale del lavoro aveva rilevato come lo Smart Working generasse deficit nel benessere psicofisico: il 41% dei lavoratori da remoto[5] dichiarava di subire importanti livelli di stress, a differenza del  25% dei lavoratori in ufficio (Battaglia, 2019). Lo stress di cui si parla è collegato ai maggiori livelli di produttività lavorativa. L’esperta Russell ha affermato: “In un ambiente virtuale si tende a concentrarsi troppo sulle attività e troppo poco sulle relazioni… Con maggiore enfasi sulle scadenze e le informazioni di routine, i lavoratori da remoto potrebbero sentirsi trattati come un ingranaggio nella macchina, invece che una parte essenziale del team”, prosegue Russell, “un tale approccio di leadership può peggiorare il senso di isolamento che deriva naturalmente dal lavorare in remoto e può contribuire allo stress virtuale sul posto di lavoro”.

La perdita dell’interazione sociale con i colleghi e la mancanza di un apprendimento condiviso sono le principali cause di senso di isolamento . I soggetti con personalità estroversa  che amano ricevere nuovi stimoli sono coloro che risentono maggiormente gli effetti negativi a livello psicologico dello Smart Working; al contrario, i soggetti con personalità introversa che, generalmente preferiscono lavorare su singoli progetti in luoghi poco rumorosi, tendono ad apprezzare la nuova modalità lavorativa.

Risulta necessario, per migliorare la sfera del benessere psicologico dei lavoratori in Smart Working, pianificare ed incrementare le videochiamate, le quali favoriscono il senso di collaborazione fra i colleghi. Infine, è importante non dimenticare che, al centro di ogni mutamento deve esserci il rispetto della dimensione psicologica umana.

Dott.ssa Sparano Chiara

SITOGRAFIA:

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 [1] Definito anche “lavoro agile”.

[2] Decadimento emotivo associato allo stress da eccessiva mole di lavoro.

[3] Lazzari D. presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi.

[4] Rete professionale del web

[5] Rappresenta l’aspetto caratterizzante dello Smart Working

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