Elogio della mitezza
Conoscendo gli autori di Elogio del cuore mite (Ares, pp. 160, euro 14), immaginavo un saggio dei distinguo tra pace e pacifismo, bontà e buonismo ecc. Invece Alessandro Gnocchi e Paolo e Gulisano firmano un gustoso e interessante lavoro tra narrativa e auto-biografia, in cui parlano di letteratura, spiritualità, storia, politica, ma anche di quotidianità, per mostrare il fascino concreto degli uomini buoni.
Il mite è il vaso di coccio tra vasi di ferro?
Gnocchi: “La forza del mite è il disinteresse alla propria sorte ed essere interessato al destino del suo messaggio. Se anche fosse un vaso di coccio, il mite non temerebbe lo scontro. Dai vasi di ferro non nasce niente, sulle rovine nascono i fiori, per parafrasare Fabrizio De André”.
Gulisano: “Il mite non è un debole, ha scelto la via più difficile, ma più efficace, per parlare ai suoi simili. Abbassando i toni, si vedrà quante persone si fermano ad ascoltare”.
Proponete personaggi, reali e letterari, che non sono icone pacifiste/ buoniste. A chi vi rivolgete?
Gnocchi: “A chi desideri fermarsi almeno un momento per riposare. Andiamo da Tolkien e Guareschi ai grandi russi, ma raccontiamo anche di persone concrete, incontrate nella vita. Invitiamo a guardarsi attorno e scoprire che gli uomini buoni esistono: solo che non urlano sui giornali o sui social“.
Gulisano: “Vivere con cuore mite non è ideologico e, soprattutto, non mira a piacere a tutti. Pacifismo, buonismo et similia non hanno a che fare con questa scelta”.
La mitezza è virtù solo cristiana o di tutti?
Gnocchi: “La mitezza è corroborata dal mite per eccellenza, Cristo. Ma l’incarnazione del Verbo soltanto potenzia quanto è umano. Se poi guardo alla deriva ideologica, che dal cristianesimo porta al ‘cristianismo’, preferirei avere a che fare con onesti atei”.
Gulisano: “La mitezza esisteva ed esiste anche fuori dal cristianesimo: si pensi agli insegnamenti del taoismo e a vari esempi del mondo pagano che abbiamo citato. Nella visione cristiana, la mitezza è indicata come una beatitudine, una forma di impegno concreto e di appagamento spirituale”.
Scrivete che il pensare mite è controcorrente. Mi sapreste indicare un discorso mite nello spazio pubblico?
Gnocchi: “Mi correggerei: il pensare mite è refrattario allo spazio pubblico, se lo si intende come spazio politico. E’ un pensiero fuori dalla corrente, che vive un luogo preciso, che non si muove e non muta. Chi vuole trovarlo, prima o poi ci riesce”.
Gulisano: “San Paolo diceva: non conformatevi alla mentalità del secolo, trasformatevi… Il discorso mite va pronunciato in ogni campo della vita senza occuparsi dell’esito immediato, badando soprattutto a quanto il nostro cuore vi corrisponda con sincerità”.
l vostro libro come si distingue dall’Elogio della mitezza di Norberto Bobbio (Il Saggiatore)?
Gnocchi: “Bobbio spesso descrive che cosa la mitezza non sia; noi vogliamo mostrare che cos’è”.
Gulisano: “Bobbio tratta la mitezza come un concetto filosofico; noi come cuore della realtà”.
Elda Mazzola
(fonte: www.barbadillo.it)