Comunicato stampa della F.I.S. del 21/3/2020

 La Federazione Italiana Scuola:

preso atto della nota del Ministero dell’Istruzione con la quale vengono dettate istruzioni alle istituzioni scolastiche, a causa dell’emergenza dovuta all’ infezione del Covid-19,

osserva preliminarmente che tale atto, non recando la firma del ministro bensì quella del solo Capo Dipartimento Bruschi, non solo costituisce mancanza di attenzione e di rispetto verso l’intero corpo docente e direttivo al quale si richiede nell’ attuale momento una prestazione straordinaria non prevista, ma configura anche una gravissima responsabilità politica proprio per l’assenza della firma su un documento del dicastero che dà indicazioni operative per le attività didattiche dettate dall’ emergenza sanitaria che sarà oggetto solo di contestazione di merito da parte di tutti i sindacati della scuola (nota del 18 marzo). Ma prima del giudizio sul merito, sul quale ci riserviamo di intrattenerci, desideriamo sottolineare ed evidenziare che la non firma configura una fuga dalla responsabilità istituzionale da parte del ministro, atto che non può passare inosservato in un momento in cui ad ogni cittadino è richiesto un impegno di maggiore responsabilità.

Un vuoto politico che va ben oltre la valutazione della mancanza di una formale firma, un’assenza, comunque la si voglia giudicare, che dimostra e conferma solo l’ignoranza culturale di una classe politica senza eccezioni. La sola firma del Capo Dipartimento come leggerla? Atteggiamento connivente con il ministro Azzolina o una semplice distrazione? (preferiremmo quest’ultima ipotesi),

stigmatizza l’atteggiamento del Ministro di chiusura e di non ascolto preliminare dei sindacati in un momento in cui da più parti viene invocata la concordia e l’unione per il superamento della fase critica che la nazione sta attraversando,

ribadisce il proprio apprezzamento per l’opera encomiabile che tutto il personale della scuola, da subito attivatosi in questo frangente, sta facendo per assicurare quanto più è possibile il diritto all’ istruzione degli alunni,

propone al ministro e ai sindacati di comparto che, finita l’emergenza, in una visione di ripensamento dell’assetto dello Stato e quindi dell’utilizzo delle risorse, vi sia una ridistribuzione della ricchezza che privilegi oltre la sanità e la ricerca anche la scuola, il cui riconoscimento del lavoro va riconsiderato e rivalutato fuori dalla logica ragionieristica del minuto conteggio, abbandonando così il principio della quantificazione del lavoro (non di insegnamento) a suo tempo imposto dalla demagogia del ’68.

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