La segreteria generale della FIS nel prendere atto con rammarico dell’avvenuta approvazione da parte della Camera dei Deputati del d.d.l. sulla “Buona scuola” che ora passa all’esame del Senato, valuta negativamente nella forma e nel merito l’intero impianto del provvedimento. L’ euforica dichiarazione espressa all’indomani dal ministro Giannini: “Proposto un grande cambiamento culturale” è profondamente vera, ma forse non si è accorta “l’ignara” che le norme del testo stridono con tutto il percorso culturale dell’Istituzione scuola, e la protesta dilagante a tutti i livelli, nelle scuole di ogni ordine e grado ne è la conferma. A scusante del ministro per la non piena contezza del provvedimento vi è da osservare che tutto l’iter dei lavori parlamentari (Commissione, audizioni e Aula) sono stati seguiti per il Governo direttamente dal ministro Boschi forse perché si temeva l’interferenza della Stefania Giannini dopo la non esaltante prova data all’Università di Perugia. Nel richiamare il proprio comunicato stampa del 16 maggio, la FIS conferma la volontà di proseguire l’azione di sensibilizzazione presso l’opinione pubblica sull’intera problematica e ribadisce il proprio convincimento sull’unica azione da intraprendere con il voto di fine mese nelle sette regioni, il cui esito determinerebbe uno sconvolgimento della scena politica se venissero penalizzati pesantemente – come ci si augura – i partiti artefici di questo obbrobrio PD e FI.
L’unico segnale politico forte che indurrebbe inevitabilmente il Governo a tre riflessioni: ripensare la legge elettorale sull’Italicum (con i cento nominati capilista), la restituzione effettiva dei rimborsi pensionistici a seguito della pronunzia della Corte Costituzionale, e la possibilità di una riflessione che consenta di varare un provvedimento per l’Istituzione scuola che abbia un approccio culturale diverso non ispirato all’efficientismo pragmatico dettato e gestito con mentalità aziendale.