Scuola: Indagine Irrps/Cnr–Andis-Indire, Presidi e Prof dicono no alle classi pollaio e alla lezione frontale

Ritorno alla didattica in presenza, riduzione del numero di alunni per classe, integrazione delle tecnologie digitali nella didattica ordinaria. Sono alcune delle richieste emerse al termine della ricerca “La scuola che verrà’”, promossa nel 2020 dall’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali del Cnr in collaborazione con l’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (Andis) e la rete “Piccole Scuole” dell’Indire.

Ad un campione di docenti e dirigenti scolastici è stato chiesto di riflettere sulla didattica sviluppata nella prima fase di pandemia, a partire dalle seguenti domande: 1) Quale attività che è stata sospesa vorresti che non fosse più ripresa? 2) Quale attività che è stata sospesa potrebbe iniziare come prima? 3) Quale attività che è stata sospesa vorresti che fosse ulteriormente sviluppata alla ripresa? 4) Quale attività che è stata sospesa dovrebbe essere completamente reinventata?

Le risultanze dell’indagine sono state presentate lo scorso 18 giugno in un webinar organizzato da Indire. Dal quadro delle risposte emerge un forte desiderio di normalità, ma anche l’indicazione delle innovazioni attese dal mondo della scuola. Sul fronte organizzativo risaltano le richieste di un ritorno alla didattica in presenza; la disponibilità di spazi più ampi all’interno e all’esterno degli edifici; ambienti di apprendimento innovativi; la riduzione del numero di alunni per classe; il mantenimento delle riunioni collegiali da remoto; l’ottimizzazione dei tempi della scuola; una maggiore attenzione alle attività amministrative e gestionali (DS).

Sul fronte delle metodologie didattiche si indicano alcune innovazioni attese come l’abbandono della lezione frontale; il lavoro per piccoli gruppi; il ricorso a didattiche attive, esperienziali (laboratoriali, artistiche, musicali, apprendimento cooperativo, peer tutoring, attività all’aperto, educazione fisica); l’integrazione delle tecnologie digitali nella didattica ordinaria; la ricerca di nuove relazioni tra le discipline e le aree di insegnamento.

Per quanto concerne le pratiche valutative, docenti e Dirigenti Scolastici sono d’accordo nel chiedere il superamento della valutazione sommativa e il ricorso a pratiche capaci di accrescere l’autostima e il senso di autoefficacia degli alunni.

“L’emergenza sanitaria ha imposto al mondo della scuola di misurarsi con le tecnologie digitali”, spiega Paolino Marotta, presidente di ANDIS. “Docenti e dirigenti hanno scommesso sulla possibilità di riuscire a stabilire con alunni e studenti una modalità di comunicazione da remoto. Avevamo chiaro già allora che si trattava di un cambiamento difficile e faticoso per tutti ed oggi, dopo oltre un anno di lavoro oggettivamente stressante, siamo in grado di indicare  all’Amministrazione e al decisore politico le innovazioni che il mondo della scuola si attende, nella speranza che nell’era post-Covid non si torni più alla scuola di prima”, conclude Marotta.

Lo comunica in una nota l’Ufficio Stampa di ANDIS.

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