Coronavirus: un’occasione ?

E’ un interrogativo che mi sono già posto e al quale ho tentato di dare una risposta mettendo in luce come è possibile reperire risorse per “correggere” l’attuale modello di sviluppo che provoca disuguaglianze e quindi disparità in tempi normali ma che in caso di eventi particolari come la pandemia scava un fossato specie tra lavoratori dipendenti pubblici e autonomi. Oggi ritorno ad interrogarmi per la provocazione del titolo di fondo che Aldo Cazzullo ha dato al pezzo sul Corriere della Sera di oggi: “Gli errori e i sacrifici”.

L’articolo è una riflessione sulla situazione, e il titolo esplicito è solo descrittivo di ciò che si sta verificando, anche se poi nel corpo dell’articolo arriva ad affermare che “il rischio è che la nuova stretta aumenti la forbice tra garantiti e non garantiti”. Nell’articolo non vi è un suggerimento al di là dell’analisi del momento che invita i lettori a chiedersi se tutto ciò che stiamo vivendo non sia invece il frutto di un sistema economico fragile, predatorio, violento che fa emergere e rafforza questa logica specie quando si verifica un evento eccezionale come la pandemia. Ed allora cominciamo a prendere atto che tutta l’attività economica deve essere regolamentata, disciplinata e non lasciata alla “moda” del momento. Un solo esempio: i bar e la ristorazione? Una volta si poteva ottenere la licenza per aprire a condizione che rispetto ad altri esercizi concorrenti ci fossero le dovute distanze, poi in nome della “concorrenza e del libero mercato” è successo che in 100 metri di strada siano presenti anche 5/6 bar con la conseguenza che basta un nulla per far saltare un sistema economico di per sé fragile perché basato su una proliferazione di servizi non essenziali. E’ gli essenziali, come quelli della sanità pubblica sono sacrificati alla logica del risparmio o peggio ancora demandati al privato.

Cambiare il sistema? E’possibile, ma è la sfida alla politica.

Agostino Scaramuzzino

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