L’imprevisto: piatto ricco, mi ci ficco!

In data di oggi abbiamo preso visione della comunicazione di “Tuttoscuola-NEWSFOCUS” del 1 giugno con la quale si ipotizza, al punto 1 del sommario, che se alla ripresa dell’attività didattica a settembre si dovessero sdoppiare le classi occorrerebbero 200 mila docenti in più con un aggravio di spesa di oltre 5 miliardi per un anno.

La proposta del Comitato di esperti presieduto da Bianchi e consegnata al ministro Azzolina prevede per la ripresa dell’attività didattica una serie di accorgimenti che richiederebbero l’assunzione di circa 80 mila docenti, Tuttoscuola invece prospetta uno scenario diverso nel quale sviluppa diverse opzioni con la previsione su riportata.

Sulla ripresa delle lezioni in aula (con le necessarie cautele) richiamiamo il nostro comunicato stampa del 18 aprile con il quale avanzavamo una proposta per la ripresa dell’attività con gli alunni.

Oggi ad aggravare la situazione sulla ripresa dell’attività a settembre e quindi ad accrescere le tensioni per l’incertezza sul come, vi è stata la brillante idea del ministro di indire un concorso per l’assunzione di docenti disattendendo le indicazioni dei sindacati della scuola che si son visti costretti a dare una risposta e ad indire una giornata di sciopero (che condividiamo) per l’8 giugno.

Con riferimento alla ripresa dell’attività didattica a settembre anche noi sommessamente avanziamo una proposta.

Si tratta di passare dalle enunciazioni di principio: “…investire nella scuola settore strategico che rappresenta il nostro futuro…” ai fatti. Ed allora si potrebbe mettere mano subito al rinnovo del contratto scuola ormai scaduto e, a fronte di una richiesta dettata dalle circostanze di un aumento significativo delle ore di lavoro per l’insegnamento frontale da 18 ore a 24 settimanali per i docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, si offrirebbe loro come contropartita il pagamento dell’aggravio di lavoro (sei ore in più alla settimana) alla luce delle attuali tabelle, con circa 500 euro mediamente mensili, ma questo consentirebbe di sdoppiare le classi e portando contestualmente l’ora di insegnamento a 40 minuti, lo stesso insegnante coprirebbe tutte le ore di insegnamento per la propria classe sdoppiata. Con l’occasione si potrebbe con un contestuale provvedimento dare sistemazione ai 200 mila precari che attualmente già insegnano e concorrono quindi al funzionamento dell’istituzione scuola.

Per la scuola dell’infanzia e primaria sarebbe opportuna una decisa riduzione del numero degli alunni per classe, avviando – almeno nella prima parte del nuovo anno scolastico – una turnazione, unitamente ad una riduzione del monte-ore, che allevierebbe il carico delle famiglie e, nello stesso tempo, darebbe maggiori garanzie per la prioritaria tutela della salute degli alunni e di tutti gli operatori scolastici.

Come reperire le risorse per l’aggravio di spesa? A detta di tutti andrebbero coperte con i fondi europei, che dovrebbero essere impiegati nei settori strategici della scuola e della sanità. Vi è, poi, da considerare nella riconsiderazione del principio del sacrificio, che anche un notevole risparmio potrebbe essere fatto riconsiderando gli emolumenti delle figure apicali di tutta la pubblica amministrazione e non solo di questa, le cui punte della forbice retributiva si sono talmente distanziate da costituire un vero e proprio scandalo (su questo specifico problema e sui possibili risparmi ci riserviamo di tornare successivamente).

Per il momento, rileviamo che, con le dovute cautele, molti si intrattengono sulla bontà di qualche aspetto della didattica a distanza che per la maggior parte degli insegnanti ha comportato in questi mesi almeno un raddoppio del carico di lavoro, ma che ha permesso una forma di continuità didattica altrimenti totalmente assente.

Riguardo all’adozione dei libri di testo era stata stabilita la riconferma d’ufficio dei testi già in uso (art. 2, c. “d” del Decreto-Legge n. 22 dell’8 aprile 2020). Poi improvvisamente tale accorta procedura è stata annullata, e tutta la materia delle adozioni è stata riportata alla formale delibera dei docenti. Perché annullare un atto (la riconferma dei testi) dettato anche dal buon senso? Ci sorge il sospetto che, grazie al COVID-19, più di qualcuno ha riscoperto nell’editoria scolastica un mare ricco nel quale tuffarsi – naturalmente ricorrendo alla frase ipocrita prodotta dalla cultura del momento: “…anche un’integrazione della lezione con la didattica a distanza (ed il necessario ricorso ai nuovi strumenti, nuovi testi corredati da un dvd, e computer) rappresenta un’opportunità da cogliere al volo per ampliare l’offerta formativa per i nostri ragazzi!”.

Il piatto è servito, prego accomodarsi!

 

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